sabato 19 gennaio 2008

La mirabile catena dell'essere: il Dicrocoelium dendriticum

Questa è da raccontare... Il Dicrocoelium dendriticum è un parassita che trascorre la fase adulta del suo ciclo nel fegato delle vacche e delle pecore. Bene. Le sue uova vengono espulse con le feci del mammifero che le ospitava e sono mangiate dalle chiocciole di terra (che bella scena). Queste chiocciole servono al parassita per uno stadio asessuale del proprio ciclo di vita. Infatti trascorrono due generazioni al suo interno raggiungendo lo "stato" di cercaria per poi uscire dalla chiocciola in uno stato di ammasso mucoso che viene mangiato dalle formiche. Circa 50 cercariae vengono ingerite dalla formica con un pasto. Una volta dentro, il parassita perfora la parete dello stomaco della formica e uno di essi migra al cervello della formica, dove forma una "thick-walled cyst" (sottile parete cistica?) conosciuta come il cervello del verme. Le altre cercariae formano una spessa/compatta pareti cistica. Il cervello del verme cambia il comportamento della formica, facendogli passare molto tempo sulla punta degli steli d'erba. Quì la formica ha maggiori probabilità di essere mangiata da un gregge e dal bestiame in generale, il cui corpo servirà da ospite per reiterare il suo ciclo vitale.
Generalmente a una prima lettura ci si perde da qualche parte però poi rileggendola tutto sarà chiaro...beh! che dire... 1) è una vita di merda e 2) almeno però si divertono a girovagare tra ospiti vari.
E' la grande catena dell'essere... ognuno cerca di cavarsela come può;qualcuno ci riesce nei modi più strvaganti (per il momento ovviamente), la maggioranza fallisce... il rapporto è 10.000 a 1 ovvero per ogni specie vivente ce ne sono circa 9999 che se la sono presa nel culo (scusate la volgarità ma queste specie che non ce l'hanno fatta non saranno certo contente...) ... altro che disegno intelligente... sembra piuttosto una continua cancellatura...

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Nooooo! che fico! anche io voglio un Dicrocoelium dendriticum nel cervello! chissa che non mi trascini via dal sistema, facendomi arrampicare sui fili d'erba più alti e che poi una pecora o chi per lei mangandomi rompa la mia dipendenza da questa ovvia società!
potrei vivere in un fegato di un animale da pascolo dove la sopravvivenza me la immagino più semplice... ...oppure voglio solo quello che non ho! magari una volta nel fegato vorrei non esserne dipendente... magari una volta nel fegato mi accorgerei parassita e non so se mi piacerebbe... di certo è curiosa la vita.

Anonimo ha detto...

Ciò che hai scritto è uno dei tanti meravigliosi/terribili esempi con cui i prodotti dell'evoluzione "vanno avanti". A chiunque interessino altre bizzarrie a tema si informi su "Leucochloridium", ad esempio, su wikipedia e youtube. Per chi è forte di stomaco (o, come me, sta studiando per l'esame di parassitologia) ce ne sono altri che fanno dell'incredibile all'interno del corpo umano: Schistosoma, Ascaris, Dracunculus medinensis etc.
Solo un'ultima cosa: prima di mangiare la vostra bella insalata, controllate che non ci siano formiche, in quanto Dicrocoelium attecchisce a causa danni anche nell'uomo. Buon Appetito!

M.M.2000 ha detto...

Bhe, veramente più che evoluzione mi pare un caso quasi evidente di ID, se ipotizziamo infatti il passaggio intermedio come ci dice l'evoluzione, scopriremo che se salta un passaggio, l'animale non compie il suo ciclo, oltre al fatto che è pressocchè inutile aumentare di un passaggio la già complessa catena di questo animale, più sono semplici i passaggi, maggiori sono le possibilità che un animale sopravviva ovviamente, quindi 'sto povero Dicrocoelium, non avrebbe fatto altro che complicarsi la vita ancora di più.
Ora ragiono ed esamino il fatto.
Ipotizziamo che le uova escano dalle vacche, ora io dovrò aspettare X cicli di questo animale per ipotizzare che riesca ad adattarsi al suo secondo ospite quale è la chiocciola, ma ovviamente incontriamo già il primo ostacolo, se non si riproduce perchè non finisce il ciclo attuale, non può mutare di generazione in generazione e quindi l'evoluzione è bloccata.
Ora l'unica maniera per andare avanti nel ragionamento è quella di ipotizzare che 'sto animale, potesse riprodursi al di fuori delle vacche senza dover usufruire dell'ospite chiocciola, oppure che facesse il suo intero ciclo già all'interno della vacca, espellendo solo le uova come avviene con molti altri parassiti.
Ora è ridicolo pensare che un animale si complichi la vita da solo aumentando di un ospite che non serve a nulla per fare una cosa che faceva pure prima, cioè riprodursi.
Dov'è il vantaggio?
Non esiste.
Se ipotizziamo che riesca a volersi complicare la vita da solo ed accetti suo mal grado di voler accettare il suo secondo ospite, il discorso non cambia, in quanto neanche nel corpo della chiocciola riesce a completare il suo ciclo riproduttivo attuale, quindi dobbiamo ipotizzare che ad un certo punto X, 'sto animale sia stato obbligato dalla selezione naturale a doversi adattare al corpo della chiocciola, ma come se non riesce a terminare il suo ciclo che avviene sicuramente al di fuori della chiocciola?
Per mutare c'è bisogno di un errore e tramite la selezione naturale che effettua una pressione con un determinato elemento (acqua, cibo, PH, ecc...) si ottiene la selezione stessa.
Ora l'elemento di selezione dev'essere costante tale da poter selezionare tramite la morte gli individui, ora perchè un parassita dovrebbe andare a vivere all'interno di una chiocciola e subordinarsi ad essa nella riproduzione se riesce a farla già da un'altra parte?
Perchè doversi adattare ad un nuovo essere se già riesce a fare il tutto altrove?
Ovviamente è un controsenso evolutivo in quanto se uno già è adattato ad una condizione quella è l'optimum per la specie, mentre il doversi adattare ad una nuova condizione è sicuramente meno conveniente, quindi non ha senso adattarsi ad un qualcosa di meno vantaggioso in termini numerici.
C'è una sola via d'uscita su tutto questo.
Che il parassita sia già adattato al nuovo ospite come per incanto (il che è inverosimile in una teoria che parla di cambiamenti e non di adattamento istantaneo) e che riesca da subito ad adattarsi all'interno del nuovo ospite oppure riesca ad uscire dall'ospite ed a riprodursi al di fuori di esso.
Ma a 'sto punto che cavolo l'ha fatto a fare tutto 'sto giro, per tornare come prima cioè a riprodursi all'interno della vacca od all'esterno di essa?
E' possibile dimostrare con una prova tangibile un effettivo vantaggio del parassita nel complicarsi la vita in tal maniera?
Agli atei od ai credenti nell'evoluzione l'ardua risposta.

Giovannino il Biologo ha detto...

non è necessario pensare difficile come stai facendo: ora supponiamo che come hai detto, in origine questo parassita era in grado di compiere la sua crescita solo tramite la vacca e il tempo: all'"espulsione" delle larve, esse erano probabilmente mangiate in gran parte dalle chiocciole, mentre alcuni esemplari riuscivano a compiere il ciclo riproduttivo: quando una mutazione ha permesso alla larva di crescere dentro il sistema digestivo dei gasteropodi e di uscire indenne, questo è diventato un meccanisco-tipo della specie, in quanto più conveniente.
lo stesso ragionamento vale poi per le formiche. l'unico vero prodigio è come sia diventato in grado di "controllarne" la volontà, ma non è l'unico animale che compie cose che rasentano il paranormale U.U

Anonimo ha detto...

Credo che difficilmente una mutazione singola abbia permesso di terminare il ciclo biologico in un'altra specie.
Molto probabilmente sono tantissime mutazioni che permettono la sopravvivenza di questo essere in un'altra specie per nulla parente a quella iniziale.
Ne deduco che la cosa sia impossibile poichè per adattarsi al nuovo ambiente, c'era bisogno di sopravvissuti nel corpo della formica, ma senza adattamento la cosa non è possibile.
Questa si chiama complessità irriducibile.
Viceversa per voi si chiama miracolo evolutivo senza prove ne testimoni, ma con la fede si può questo ed altro.