domenica 3 febbraio 2008

Into the wild - Nelle terra selvagge

Molto bello... vi consiglio di vederlo.

Alcune cose potrebbero non tornare e lasciano aperte delle contraddizioni ma la trama è davvero bella. L'esplosione libertaria è il filo conduttore, la mancanza di costrizioni e tessere di appartenenza. E' quello che ognuno di noi in fondo vuole (o meglio dovrebbe volere). Ci sono mille "però" e "ma". Noi ci fermiamo ai "però" e ai "ma" di turno mentre il nostro protagonista si fa più coraggioso e viaggia sparato come una scimmia verso la luna. Facciamogli allora un in bocca al lupo. Noi siamo quì a spinger più in là compromessi, lui è partito... ha fatto bene o ha fatto male... boh! abbiamo buone ragioni per rispondere in un modo o in un altro, ma sicuramente una cosa non possiamo negare... non è forse la partenza verso l'ignoto l'emozione più forte? Immaginatevi quando, ad esempio, nel '500 marinai partivano verso terre lontane... solcavano oceani e onde navigando verso l'ignoto... noi oggi ci sentiamo frizzanti dopo aver fatto un'impennata...ahahahahahah
Che abbia fatto bene o male va tutta la nostra più grande stima verso un viaggiatore che, allergico alla maleodorante mediocrità moderna, ha preferito chiudere nel cassetto ogni comodità e viaggiare verso nuovi orizzonti, cercando di comprendere un po' meglio sé stesso e la natura che lo circonda nel mondo che lo ha partorito... una libertà senza compromessi... utopica forse, senza dubbio maledettamente affascinante...

P.S. Fa riflettere molto la frase finale sulla felicità che scrive tra le righe di un libro.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il film è davvero bello, ottima la regia (Penn ha atteso pazientemente ben 10 anni per ottenere i diritti della storia) e ciò che è più affascinante è che si tratti di una storia VERA!!!
Una personale considerazione: ciò che il protagonista cerca di affermare e a cui anela è solo la SUA idea di LIBERTA' ma non è l'unica che esiste(io ad esempio ne ho una completamente diversa), altrimenti sarebbe troppo riduttivo.
Trovo invece importantissimo l'aspetto del ricongiungimento con la Natura, con i suoi ritmi, le sue leggi (da cui però non saremo MAI liberi). L'aver perso le radici ancestrali del contesto, vivente e non, di cui facciamo parte (tralaltro senza alcun rispetto) non ci porterà a nulla di buon. Di questo ne sono certa.
Comunque, massimo rispetto per le grandi scelte, quelle che cambiano la vita, che ti aprono la mente, che ti permettono di non rimanere intrappolato nel male di vivere.

...IMPARIAMO AD ESSERE FELICI...

francescafara ha detto...

Mi chiedo come si possa definire "bello" questo film....
a meno che non vi riferiate ai primi tre quarti d'ora di campi lunghi post nouvelle vague....
Poi il tutto assume una veste pseudo-adolescenziale sbrigativa e superficiale....lontana anni luce dall'aspettativa kerouachiana del trailer... (la scena della 15enne in roulotte è davvero penosa).
Il male di vivere è altra cosa...
Io parlerei piuttosto di un film troppo spiegato, troppo tradotto (un'offesa a eddie vedder...le cui meravigliose musiche vengono miserabilmente tradotte con un carattere visualizzabile nei subdoli trafiletti di cronaca rosa)e soprattutto parlerei di un film in cui di certo non si respira nulla del vuoto che opprime l'animo umano.
...consiglio comunque a tutti di andare a vederlo....anzi...magari scaricatelo e usate i 6 euro del cinema per spararvi una canna prima di guardarlo... guardatelo per capire che cosa bunuel avrebbe definito "distanza" dalla (sua) linea surrealista.
Un bacio ai viventi, w samuel, ah...sean penn... cerca di rimediare!!
FrancescaFara (arte crocchetta)